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CONFERENZA "BECAUSE I AM A GIRL"
Cliente
Plan International
Settore
ONG & No Profit
Servizi
Media Events, PR & Media Relations

Because I am a Girl Plan International

Solo il 50% delle bambine nei Paesi in via di sviluppo conclude la scuola primaria, a 1 bambina su 5 è negato il diritto di frequentare la scuola secondaria, il 90% delle ragazzetra i 12 e i 17 deve rinunciare all’istruzione per aiutare la famiglia. Con i programmi di scolarizzazione e partecipazione, Plan ha raggiunto oltre 41 milioni di bambine, aiutato la ricostruzione di 2.152 scuole e formato 72.538 insegnanti.

Questi alcuni dei dati emersi dal report “The State of the World’s Girls 2012: Learning for Life” presentato il 23 gennaio 2013, a Roma, da Plan Italia, nell’ambito della campagna internazionale Because I am a Girl a favore delle bambine private dei loro diritti e di un’istruzione di qualità.

La ricerca effettuata da Plan ha evidenziato che, rispetto ai maschi, le bambine hanno maggiori possibilità di non essere iscritte a scuola o di abbandonare gli studi per diverse ragioni. Per molte di loro, il punto di non ritorno è rappresentato dal raggiungimento della pubertà che le conduce, spesso inevitabilmente, a matrimoni e gravidanze precoci, violenze e abusi sessuali.

Attualmente, 1 bambina su 7 nei Paesi in via di sviluppo è costretta a sposarsi prima dei 15 anni, alcune addirittura a 5 anni. I matrimoni precoci le espongono al rischio di contrarre malattie come l’HIV e di avere gravidanze precoci, principale causa di morte per le ragazzine tra i 15 e i 19 anni (ogni 60 secondi una ragazza muore partorendo). 1 su 4 ha subito violenze psicologiche e sessuali prima dei 18 anni, anche a scuola. Tutto ciò riduce la probabilità che continuino a studiare.

Ad aggravare la situazione delle bambine, le mutilazioni genitali femminili (MGF) che continuano ad allontanare migliaia di ragazze dalla scuola ogni anno a causa di complicazioni per la salute dovute all’intervento, lunghe cerimonie di iniziazione e soprattutto perchè a MGF avvenuta sono pronte per essere date in sposa e, di conseguenza, la loro istruzione è considerata superflua. A livello mondiale, oltre 140 milioni di bambine e donne ne vivono Ie conseguenze (emorragie, infezioni e difficoltà durante il parto).

Le MGF, effettuate su ragazze giovani, a cavallo tra l’infanzia e la pubertà, sono praticate senza il loro permesso e spesso contro la loro volontà per questo motivo violano diversi trattati tra cui la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la Convenzione sui diritti del fanciullo e la Carta africana sui diritti e il benessere del fanciullo.

In vista della Giornata Mondiale contro l’infibulazione e le mutilazioni genitali femminili, che si celebra il 6 febbraio, Plan Italia lancia una petizione rivolta agli esponenti del futuro governo italiano affinchè si impegnino ad affrontare la sfida della riduzione ed eliminazione delle MGF in tutti i Paesi in cui esse vengono ancora praticate mediante un’intensa azione di pressione sui governi degli Stati che ancora non ne sono dotati. “E’ necessario che vengano varate norme per vietare le MGF, sanzioni per chi continuerà a praticarle, assistenza sanitaria gratuita alle bambine e alle donne che soffrono per le complicanze e infine che venga favorita la diffusione di informazioni sul tema insieme alla condivisione delle esperienze che dimostrano l’efficacia del rapido abbandono delle MGF” conclude Tiziana Fattori.