Famiglie: per i bambini italiani sarà un natale di seconda mano
Niente più chilometriche file davanti alle casse per acquistare l’ultima barbie in commercio o il peluche più morbido al mondo. Niente più corse sfrenate per accaparrarsi Il forte dei pirati dei Lego o Spiderman che spara le ragnatele, prima che il negozio più vicino abbassi le serrande. Quest’anno i regali di Natale per i più piccoli si comprano online e non sono divertenti, ma utili e, spesso, usati.
Tra i 9 milioni di italiani che si stanno rivolgendo al web per trovare i regali di Natale – +22% rispetto al 2014 (dati Netcomm) – chi acquista prodotti per l’infanzia preferisce di gran lunga torte di pannolini, passeggini e calzature a giocattoli e modellini.
Questo è quello che emerge dall’indagine di BabySharing.com, il primo portale online per la compravendita di prodotti per bambini, che ha analizzato i comportamenti di acquisto di circa 4mila utenti negli ultimi 2 mesi.
“Se ormai è una pratica comune quella di utilizzare l’e-commerce per soddisfare le proprie necessità, ed è normale farne ricorso soprattutto nei periodi di massima spesa come quelli che precedono le festività – spiega Fabrizio Cirulli, uno dei responsabili di BabySharing.com – quello che ci sorprende è la netta affermazione dell’utile sul dilettevole nella scelta degli acquisti da parte dei nostri utenti”.
Secondo i dati del portale, infatti, negli ultimi due mesi il sito ha registrato un aumento del 76% nella vendita di pannolini, seguito da un +52% alla voce vestiti e calzature e un +47% per passeggini e carrozzine. Segue, staccato, il numero di giocattoli (+35%), latte e pappe (+17%) e prodotti da viaggio (+10%).
“È il segno che le famiglie italiane continuano a risparmiare anche nell’acquisto di prodotti destinati ai figli – conclude Fabrizio Cirulli – al contrario del passato, quando si comprava senza badare alla reale necessità o al portafogli, oggi si è costretti a farlo e, se serve, si pesca anche nell’usato”.
Ecco il dato più incredibile fatto registrare da BabySharing.com, un aumento del 63% nella vendita dei prodotti usati negli ultimi due mesi. Un modo sostenibile per dare nuova vita alle cose, rispettare l’ambiente e imparare che quello che non si usa più può essere prezioso per qualcun altro.