Made in Italy: il vino tiene la crisi e conquista gli Usa
Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Nobile di Montepulciano e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore insieme per potenziare l’importante mercato degli States. Sono gli Stati Uniti a trainare la crescita delle esportazioni italiane all’estero
A Natale, l’export agroalimentare made in Italy toccherà i 2 mld di euro, per una crescita doppia rispetto ai valori di 10 anni fa (Fonte: Federalimentare). Spumante, panettone, pasta fresca ma soprattutto vino, che negli anni continua a far crescere i dati relativi alle esportazioni, nonostante la crisi.
Sono i vini italiani più conosciuti all’estero a trainare il mercato dell’export. Solo le tre grandi Docg toscane Brunello di Montalcino, Chianti Classico e Nobile di Montepulciano, insieme al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore esportano prodotti per un giro d’affari del valore complessivo di circa 430 milioni di euro, di cui ben 145 milioni derivanti solo dal mercato statunitense.
Proprio per questo i quattro Consorzi si sono uniti nel progetto “The Italian Wine Masters” che punta ad incentivare i rapporti con l’America e che, a febbraio 2010, si concretizzerà in un tour di presentazione delle ultime annate disponibili sul mercato. Chicago e New York saranno le sedi delle degustazioni aperte agli operatori e alla stampa statunitense.
Nel 2009 è stato Made in Italy il maggior numero di bottiglie di vino acquistate e bevute nei diversi continenti, grazie al primato mondiale conquistato dalla produzione italiana con il sorpasso nei confronti dei tradizionali concorrenti francesi. Nel 2008, infatti, l’export di vino italiano ha raggiunto un valore di circa 3,5 miliardi di euro grazie soprattutto alla domanda di Stati Uniti e Germania (Fonte: Coldiretti).
Proprio il mercato americano nei primi sette mesi dell'anno ha fatto registrare un incremento del 19,6% in quantità. Per quanto riguarda i vini in bottiglia l’Italia resta il paese di riferimento, segno evidente questo che il consumatore medio americano cerca comunque vino di qualità (Fonte: Italian Wine & Food Institute).
E, nello specifico, i 4 Consorzi del “The Italian Wine Masters” rappresentano da soli oltre il 12% del mercato delle esportazioni di vino all’estero.
A Montalcino ogni anno sono prodotte 6.500.000 bottiglie di Brunello di Montalcino, 4.000.000 di Rosso di Montalcino, 80.000 di Moscadello di Montalcino e 500.000 di Sant’Antimo. Il valore complessivo del giro d’affari del settore vitivinicolo a Montalcino è mediamente di 140 milioni di Euro e quello delle esportazioni si aggira tra i 60 e i 70 milioni di euro. Il mercato più importante è proprio quello statunitense, dove viene importato il 25% del totale prodotto. Solo per il Brunello, l’export copre circa il 60% della produzione.
Il Chianti Classico è un distretto vitivinicolo che si estende per 70.000 ettari, di cui 7.200 vitati a Chianti Classico, per una produzione media complessiva che si aggira ogni anno intorno ai 40 milioni di bottiglie di Chianti Classico. Il 27% della produzione è destinato al mercato nazionale, il rimanente all’estero: il principale Paese importatore sono gli Stati Uniti con il 29%, seguito da Germania (10%), Regno Unito, Svizzera, Canada, Giappone, Russia, Austria e Olanda. Il giro d’affari annuale del Chianti Classico si attesta mediamente intorno ai 300 milioni di euro.
Sempre in Toscana, nel 2009 sono state immesse nel mercato oltre 11 milioni di bottiglie tra Nobile e Rosso di Montepulciano. Per il Nobile l’estero rappresenta la percentuale più alta delle destinazioni con il 68% delle bottiglie vendute mentre il 32% è stato destinato al mercato nazionale. L’export in particolare si rivolge ai paesi europei (per il 70%), dove Germania (28%), e Svizzera (26%) restano i principali mercati, ma crescono le quote destinate a Gran Bretagna e paesi nordici. Si riconferma in forte crescita anche il mercato Usa che nel 2009 ha assorbito il 18% delle esportazioni segnando un + 8% rispetto all’anno precedente. Il valore della produzione si aggira intorno ai 60milioni di euro l’anno.
Sono, invece, 57 milioni le bottiglie prodotte nella denominazione di elezione del Prosecco, Conegliano Valdobbiadene, situata in Veneto nell’area collinare della provincia di Treviso. L’export rappresenta il 30% della produzione totale e i primi mercati sono la Germania (37,5%), la Svizzera (18,7%) e gli Stati Uniti, dove nell’ultimo anno sono state esportate 1.600.000 le bottiglie. L’export in questo paese è passato dal 6,9 % nel 2006 al 9,6% nel 2008. L’export totale del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene è del 31% della produzione. Il giro di affari ammonta a 370 milioni di euro.
Numeri importanti, che attestano l’importanza e il valore di un mercato che appassiona ancora i Paesi esteri, Stati Uniti in primis.
Come accennato in apertura, “The Italian Wine Masters” fissa la prima data all’Hilton di Chicago per il 1 febbraio 2010 per spostarsi poi il 4 febbraio al Waldorf Astoria di New York City. In queste due occasioni oltre 140 produttori, in rappresentanza delle quattro denominazioni garantite italiane, saranno al centro di degustazioni, presentazioni dei propri prodotti a un pubblico selezionato di operatori del settore ed alla stampa. Per meglio approfondire le caratteristiche delle singole denominazioni sono state inoltre organizzate nelle stesse date due degustazioni particolari: una dal titolo “Territorio, diversità e complessità di Brunello, Chianti Classico e Nobile di Montepulciano” per spiegare i tre territori toscani base dei tre grandi rossi; l’altra, dal titolo “L’evoluzione del Prosecco”, servirà a far conoscere le caratteristiche delle bollicine italiane per eccellenza.