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I papà italiani? Amano cambiare i pannolini e rinunciano allo stadio per far quadrare i conti della famiglia

Non categorizzato - 18 Marzo 2016

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Presenti, premurosi, parsimoniosi: sono gli aggettivi che meglio descrivono i papà italiani secondo un sondaggio realizzato da BabySharing.com, primo portale online per la compravendita di prodotti per bambini.

Per celebrare la Festa del Papà, il sito che fa risparmiare le famiglie ha chiesto ai suoi circa 5mila utenti, uomini e donne, di rispondere ad alcune domande su abitudini e comportamenti familiari dei padri, al fine di comporre un ritratto al passo con i tempi dei capofamiglia italiani di oggi.

Presenti. Dimentichiamoci l’idea del papà che torna tardi la sera da lavoro e dedica ai propri pargoli giusto il tempo della cena. Alla domanda “quante ore al giorno trascorri mediamente con i tuoi figli?”, 1 intervistato su 3 (65%) ha risposto “più di tre ore”, seguito da un 26% che dedica loro “dalle 2 alle 3 ore”. Solo 1 su 10 (9%) non riesce a ritagliarsi più di “un’ora” delle 24 a disposizione.

Premurosi. Alla domanda “quali attività svolgi solitamente con i tuoi figli?”, 1 su 2 (54%) ha risposto di essere un perfetto “compagno di giochi” per i propri bambini, mentre il 46% del campione ama “guardare insieme a loro i cartoni animati” e le “serie per i più piccoli”. Il 71% delle risposte indica la “favola prima di andare a dormire” un classico must a cui nessun bravo papà può sottrarsi.

Il tempo dedicato ai figli è concentrato soprattutto nelle ore serali, ma sempre più frequentemente i daddies italiani cercano di ritagliarselo anche durante il resto della giornata. Il 41% degli intervistati risponde, infatti, di “accompagnarli a scuola” e “seguirli nelle attività sportive” durante il pomeriggio. I papà di neonati – figli nella fascia di età da 0 a 1 anno – ammettono, invece, di divertirsi a “cambiare i pannolini” (83%) e ad “imboccare i propri pargoli” al momento della pappa (74%).

Dalla nostra indagine emerge che rispetto al passato i padri italiani hanno voglia di essere più partecipi della quotidianità familiare – commenta Giorgio Giordani, uno dei fondatori di BabySharing.com – Questo deriva probabilmente dal fatto che, come confermato da recenti statistiche, nel nostro Paese un uomo diventa genitore per la prima volta mediamente a 35 anni, in ritardo rispetto al resto d’Europa. Le motivazioni sono nella maggior parte dei casi dovute a difficoltà economiche e finanziarie, che hanno però avuto l’effetto di rendere la nuova generazione di papà più pronti a sacrificare parte del budget personale per la famiglia”.

Parsimoniosi. Ecco l’aspetto più interessante che emerge dalla ricerca. Alla domanda “a cosa hai rinunciato con l’arrivo di un figlio?”, il 39% ha risposto di “aver fatto a meno di prodotti tecnologici”: meno cellulari e tablet per far fronte alle nuove spese. 1 su 3 (31%), invece, ha preferito “risparmiare in vestiti e accessori”: via pantaloni e cinture griffate per far posto a passeggini e pappette. A sorpresa, 1 papà su 4 (25%) “rinuncia a seguire la propria squadra del cuore allo stadio”, troppo dispendioso in termini economici e di tempo. Scelta salutistica, prima ancora che economica, per il 5% degli intervistati, che ha deciso di “smettere di fumare”: più soldi e più energie da investire nel tempo con i propri figli.

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