Città come piccoli villaggi: 3 italiani su 4 hanno cambiato stile di vita e per il 65% cresce la voglia di sentirsi una comunità
Il modo in cui gli italiani intendono la vita in città è cambiato. Niente più stress, traffico e routine da capogiro. Il 74% ha decisamente cambiato vita, si parla di circa 3 persone su 4, ripensando piccole abitudini (35%) o, addirittura, apportando cambiamenti più consistenti (39%) come trasferirsi in un’altra Regione o Paese o intraprendere un percorso professionale inaspettato. Al centro della rivoluzione le relazioni sociali e familiari: in città, sentirsi parte di una comunità, per il 65% degli italiani, ha assunto un significato diverso. A rivelarlo è una ricerca condotta da BVA Doxa insieme a Kozel, marchio brassicolo di Birra Peroni, che traccia un consistente cambio di sentiment nel Belpaese, aprendo nuovi scenari sulla socialità ritrovata.
Città quasi sempre più a misura d’uomo, come fossero un piccolo villaggio, animate da un inedito spirito di coesione. Ma cos’è che rende questi luoghi una comunità? La collaborazione tra le persone (47%), l’ospitalità (34%), la partecipazione (31%), l’appartenenza a un gruppo nel quale ciascuno è importante per l’altro (29%), tradizioni condivise (26%) oltre che luoghi fisici in cui poter tornare a incontrarsi di persona stabilmente (25%), dopo la distanza forzata imposta dalla pandemia.
“La città si è trasformata in un villaggio, assecondando le esigenze di chi la abita e arricchendosi di quelle piccole connessioni dimenticate che tornano a impreziosire la quotidianità: il bar come punto di ritrovo, la bottega di quartiere in cui soffermarsi tra una chiacchiera e un acquisto, il parco di zona - spiega Francesca Bandelli, Marketing & Innovation Director di Birra Peroni - Tante nuove abitudini che, seppur piccole e apparentemente insignificanti, sono entrate a far parte del nostro stile di vita e si riflettono sui consumi. È proprio osservando queste trasformazioni che abbiamo scelto di andare incontro ai nostri consumatori lanciando un brand che dà ai valori di collaborazione, ospitalità e tradizione e al senso del villaggio grande centralità”.
Se i cambiamenti sociali, economici e strutturali degli ultimi anni hanno portato a ripensare il modo di vivere ed intendere la routine, la popolazione italiana ha dimostrato di voler rielaborare convinzioni apparentemente anacronistiche e alimentare il bisogno di collaborare e sostenersi a vicenda. Come emerge dall’indagine, infatti, da una parte c’è chi ha rafforzato il legame con la famiglia e gli amici (37%), stretto amicizia coi vicini (20%) e ripensato molte occasioni di incontro (15%); dall’altra chi ha accresciuto la partecipazione alla vita della comunità (12%) magari prestando aiuto ai vicini meno giovani o anziani (15%) o facendo offerte anche economiche per sostenere iniziative solidali (12%).
Dall’analisi delle risposte emerge, inoltre, che vivere come una comunità influisce positivamente sull’esistenza delle persone, che si mostrano invogliate a cercare alternative migliori e di migliore qualità (42%), ad allargare i propri orizzonti e a sperimentare (40%). Senza dimenticare che per il 54% del campione il lavoro di squadra contribuisce a stimolare l’ambizione e l’autostima, consentendo di affrontare gli obiettivi più difficili con maggiore entusiasmo. Predomina, in ogni caso, una complessiva tendenza alla valorizzazione di questi valori: solo il 17% degli intervistati non riconosce giovamenti nella collaborazione e nelle dinamiche di gruppo.
Parlando di spirito di comunità e condivisione, infine, va ricordato che il Villaggio Kozel - evento tenutosi lo scorso 20 maggio a Milano in piazza Gae Aulenti - ha rappresentato un'occasione di solidarietà: parte dei proventi sarà devoluta all’associazione iBVA per sostenere “Solidando”, il primo social market milanese con casse, scaffali e carrelli, dove è possibile fare la spesa gratuitamente pagando con una tessera a punti, per assicurare il sostegno alimentare ai più bisognosi. Il progetto oggi fa parte del Dispositivo di Aiuto Alimentare del Comune, e conta 2 sedi nel capoluogo lombardo (una nello storico stabile di iBVA in via Santa Croce 15, l'altra in via Appennini 50).