PlayStation celebra l’arrivo di Horizon Forbidden West con una statua installata nel cuore di Firenze
Il personaggio di Aloy diventa un monumento temporaneo che tiene il posto alle menti femminili della storia italiana, da ricordare e raccontate nella nostra toponomastica.
Dal 17 al 27 febbraio, Sony Interactive Entertainment Italia dà il benvenuto al videogioco - in esclusiva per PlayStation®4 (PS4™) e PlayStation®5 (PS5™) - Horizon Forbidden West, installando in piazza Madonna della Neve, nel Complesso delle Murate, a Firenze, una statua temporanea dedicata ad Aloy.
Protagonista del gioco, in uscita il prossimo 18 febbraio, Aloy è un’icona virtuale ma al contempo realistica, che porta con sé il seme di una piccola rivoluzione: al di là del suo essere un personaggio femminile, Aloy rappresenta una delle possibili espressioni dell’incredibile complessità psicologica del genere umano, laddove, ai fini del racconto, non è centrale la differenza di genere, ma il valore della diversità.
Diversità intesa come unicità, come espressione della straordinarietà del singolo. Nata e cresciuta da emarginata, priva di un senso di appartenenza, Aloy ha una prospettiva unica sul mondo. Si sente un’estranea, ma grazie alla sua intelligenza emotiva e a una spiccata empatia, con perseveranza e impegno, sfida lo status quo per dedicarsi alla ricerca instancabile della verità e alla scoperta di sé.
“La storia di Aloy ci racconta la capacità, da parte dell’industria videoludica, di trasportare nella dimensione del videogioco storie e temi universali, mettendo al centro il giocatore, e permettendogli di vivere e giocare storie profonde e articolate, vestire i panni di personaggi incredibilmente sfaccettati, senza perdere mai di vista l’opportunità di sognare - spiega Marco Saletta, General Manager Sony Interactive Entertainment Italia - Un modello di riferimento straordinariamente stimolante per le giovani generazioni e uno sguardo su un futuro possibile, stavolta non solo per il contesto videoludico”.
La statua di Aloy a Firenze tiene il posto a tutte le donne del passato che ne abbiano condiviso i valori, contribuendo ad accrescere, in modi diversi e originali, a volte in maniera discreta ma significativa, il patrimonio artistico, culturale, scientifico e sociale del nostro Paese, pur non essendo sempre state celebrate nell’ambito della toponomastica.
Dal primo giardino intitolato a Tina Anselmi, prima donna ministro della Repubblica Italiana, alla terrazza a Marielle Franco, figura simbolo della lotta contro tutte le forme di oppressione. E poi la targa di una nuova via, in zona Careggi, dedicata a Maria Petrocini, prima chirurga fiorentina. Firenze gioca un ruolo attivo nel riscrivere la toponomastica.
Il patrimonio culturale e monumentale italiano è enorme e riflette un importante divario di rappresentazioni. Solo il 5 per cento delle strade italiane è dedicato a donne, di cui un 60% circa si riferisce a nomi di sante e martiri e a denominazioni mariane. Nel restante 40% hanno un certo peso i personaggi leggendari, mitologici, letterari e le denominazioni tradizionali. Le figure più ricordate appartengono alla storia nazionale e/o locale, alla letteratura e al mondo dello spettacolo; le donne di scienza, delle arti figurative, del mondo del lavoro e dello sport lo sono in misura molto minore.
“Il potere più grande della toponomastica - spiega Maria Pia Ercolini, Presidentessa di Toponomastica Femminile - è creare modelli, rimandare a immaginari, oltre a rappresentare una volontà. L’iniziativa di Sony Interactive Entertainment Italia apre un canale di comunicazione preferenziale con le giovani generazioni sull’importanza di modelli culturali, una riflessione su quali vogliano conservare, e a quali vogliano dare valore”.